14:30-14:45Introduzione e saluti
Renato Fanin, Udine
14:45-15:15Il nuovo scenario terapeutico della LLC: criticità e opportunità per integrazione tra centri hub, spoke e territorio
Jacopo Olivieri, Udine
15:30-16:00Il paziente con LLC trattato con nuovi farmaci: problematiche infettive emergenti
Simone Giuliano, Udine
16:00-16:30Inibitori di BTK e gestione degli eventi avversi cardiovascolari
Marzia De Biasio, Udine
16:30-17:00Gli inibitori BTK nell’ambulatorio di medicina generale: interazioni e approccio agli effetti collaterali non specialistici
Carmela De Fusco, Udine
17:00-18:00Tavola rotonda: è proponibile un percorso diagnostico-terapeutico aziendale per la gestione a medio e lungo termine dei pazienti con LLC in trattamento con nuovi farmaci?
Partecipano:
Stefania Grimaz, Tolmezzo-San Daniele
Marta Pinzani, Udine
Claudia Battello, Latisana
Alessandro Cavarape, Udine
18:00-18:30Conclusioni
La leucemia linfatica cronica (LLC) è la forma più comune di leucemia nel mondo occidentale. Nell’ultimo decennio lo scenario terapeutico della LLC è stato rivoluzionato dalla disponibilità di nuovi farmaci che, oltre a migliorare sensibilmente l’aspettativa di vita dei pazienti, hanno comportato un cambiamento del paradigma di trattamento: invece di una chemio-immunoterapia spesso gravata da una significativa tossicità acuta, che richiede una gestione dedicata all’interno di un centro ematologico, questi pazienti assumono oggi farmaci orali ben tollerati per periodi prolungati, spesso fino ad eventuale progressione o tossicità.
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Inoltre, gli eventi avversi degli inibitori della tirosin-chinasi di Bruton (la classe di farmaci orali attualmente più utilizzata) coinvolgono competenze internistiche oltre che ematologiche e sono attualmente proposti anche come trattamento di alcune patologie infiammatorie. Diventa pertanto indispensabile instaurare un dialogo tra il centro ematologico di prescrizione e gli altri professionisti medici che verranno coinvolti nell’assistenza dei pazienti con LLC: da qui la necessità di sedersi attorno ad un tavolo con gli specialisti del centro “hub” e i colleghi dei centri “spoke” per un confronto sulla gestione di quella che, grazie ai nuovi trattamenti, assomiglia più a una malattia cronica non neoplastica piuttosto che ad una patologia tumorale incurabile.